23 maggio - Giornata nazionale per la legalità
Pubblicato il 23 maggio 2022 • Storia • Piazza della Repubblica, 1, 30026 Portogruaro VE, Italia
Il 23 maggio del 1992 Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo morirono nella strage di Capaci, meno di due mesi dopo fu ucciso Paolo Borsellino in via D’Amelio e con loro morirono gli agenti delle loro scorte: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani – Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli.
Luci ed ombre hanno avvolto da subito quelle stragi che hanno scioccato l’Italia intera, sia per la brutalità delle esecuzioni, sia perché hanno rappresentato un vero e proprio attacco allo Stato e alle sue istituzioni.
A trent’anni da quelle stragi, il messaggio lasciato dai due magistrati, tuttora simbolo della lotta alla mafia, è ancora vivo nell’immaginario collettivo.
Da quel giorno di maggio del ‘92 il fenomeno mafioso si è modificato: nei suoi protagonisti, nei suoi interessi, nelle sue linee di condotta. Purtroppo non c’è ancora la parola fine a questo fenomeno, ma la lotta alla mafia continua imperterrita, portata avanti da tutti coloro che credono nella legalità.
Un messaggio importante da mantenere vivo ogni giorno e da trasmettere alle nuove generazioni.
"Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini".
(Giovanni Falcone)
“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”
(Paolo Borsellino)