Le Chiese

Ultima modifica 24 gennaio 2024

DUOMO DI SANT’ANDREA

Sant’Andrea, patrono dei pescatori e dei mercanti, ci richiama le origini della città. 
L’attuale duomo, iniziato nel 1793 consacrato nel 1833 sorge sul luogo di una precedente chiesa che era orientata in senso apposto all’odierna, cioè con la facciata verso i molini.

All’interno, diverse tele di scuola veneta, dal XVI al XVIII secolo. Navata destra:”Incredulità di San Tommaso” (copia , eseguita nel secolo XIX dal portogruarese Eugenio Bonò, di un quadro realizzato nel 1504 da Cima da Conegliano); “Vergine con santi Rocco e Sebastiano “ con alla base una veduta prospettiva della città (ignoto veneziano,1631); “Concezione con Sant’Anna e San Floriano” (Gregorio Lazzarini, 1718); “Resurrezione di Cristo” (scuola di Palma il Giovane, ultimo decennio del secolo XVI).

Abside: al centro, “Presentazione di Gesù al Tempio (Giovanni Martini, 1515); a destra, “Caduta di Saulo” (autore ignoto, secolo XVI); A sinistra, “Sacra Conversazione” (Pomponio Amalteo, 1583). 

Cantorie: “Storie di Sant’Andrea”, cinque pannelli, olio su cuoio (Pomponio Amalteo, secolo XVI). 

Navata sinistra: sul secondo altare, “Madonna delle Grazie”, olio su tela di Pietro Damini da Castelfranco, eseguita tra il 1612 e il 1631. Controfacciata: “Madonna degli Angeli (Stefano Dall’Arzare, 1542); “Ultima Cena” (scuola di Palma il Giovane, 1604); “Madonna della Ceriola” (Gregorio Lazzarini, 1720); “Trionfo di Cristo” (Gregori o Lazzarini, 1722).

Per maggiori informazioni visita il sito della Parrochia di Sant'Andrea  (clicca qui...

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CHIESA DI SAN GIOVANNI

Subito fuori dalla porta di San Giovanni si trova la chiesa omonima, i cui lavori iniziarono nel 1338 e che fu affidata all’ordine domenicano che vi costruì accanto un convento. 

I domenicani, la cui presenza a Portogruaro ha interessato il periodo dal 1493 al 1656, erano particolarmente impegnati nella devozione e diffusione del rosario. 

Per questo motivo veniva venerata una piccola ma preziosa immagine della “Madonna del Rosario” – a tutt’oggi ivi custodita – opera dello scultore Francesco Terilli (1612). 

Successivamente questa antica immagine venne sostituita con l’attuale statua della Madonna, opera realizzata dall’artista di Udine – Luigi Pizzini

La nuova scultura venne esposta ai fedeli per la prima volta il 5 ottobre 1896 inserita in un tronetto-baldacchino realizzato dallo stesso scultore (ancora oggi in ottobre viene organizzata in Borgo San Giovanni la “Festa della Madonna del Rosario”). 

Nel tempo la scultura ha subito alcune modifiche quali l’asporto dal tronetto ligneo di due angioletti ornamentali ed il trafugamento del bambin Gesù che la Madonna teneva in braccio. 

Il 5 ottobre 2008 la scultura restaurata con un nuovo bambin Gesù è stata rimessa a disposizione dei fedeli. 

All’interno della chiesa è altresì conservata un’altra scultura tradizionalmente ricordata comeMadonna del Latte”. 

Trattasi in realtà di una “Madonna con Bambino” scultura che fu realizzata nella prima metà del XIV secolo ed è riconducibile a una bottega di area veneta. 

Alcuni studi ed analisi sulla statua, che è scolpita su un blocco di pietra d’Istria di colore bianco avorio; evidenziano la presenza originaria di una copertura di sottilissime foglie d’oro. 

L’interno della chiesa così come si presenta oggi risale al 1926-27. 

Il portone sulla facciata principale è abbellito dalle figure dei quattro evangelisti in bronzo, opera dello scultore Antonio Gonella (1990). 

La chiesa conserva inoltre affreschi cinquecenteschi alle pareti; affresco del soffitto del presbiterio, opera di Andrea Urbani (sec. XVIII), raffigurante il Trionfo dell’Eucarestia; pala dell’altare maggiore di Leandro Da Ponte; dietro l’altare maggiore un prezioso organo di scuola veneta attribuibile a Pietro Nacchini o al suo discepolo Gaetano Callido (secolo XVIII).

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CHIESA DI SANT' AGNESE

Sita fuori della cerchia muraria, appena oltrepassato l’incrocio della statale 14, risale probabilmente alla prima prima metà del secolo XIV, quando vi aveva annesso un monastero di benedettine. 

Il monastero, trasformato in villa residenziale dal nobile veneto Martinelli, dal 1937 al 1963 appartenne alle Figlie del Sacro Cuore, che vi tenevano l’Istituto Magistrale femminile. 

La chiesa è a navata unica con la volta a capriate. 

I restauri del 1986-87 hanno messo in luce affreschi quattrocenteschi

L’opera di maggior pregio della chiesa è il gruppo in terracotta della “Pietà”, attribuita al modenese Guido Mazzoni (1450-1516).

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CHIESA DI SAN LUIGI

Annessa al Collegio “G. Marconi”, già dedicata a San Cristoforo, la chiesa risale al XII secolo, ma i lavori di restauro effettuati negli ultimi anni hanno messo in luce lacerti di affreschi a strutture murarie che gli esperti fanno risalire a prima del 1000.

Sarebbe il più antico manufatto di Portogruaro. 

All’interno, sulla destra, “San Cristoforo e sacra Famiglia”, affresco di Pomponio Amalteo (1532)

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ABBAZIA DI SUMMAGA

Non si può lasciare la città senza aver visitato la millenaria Abbazia di Summaga che si trova a circa 3 km da Portogruaro, in direzione Treviso , sulla sinistra della statale nei pressi del fiume Reghena.

L’origine va collocata probabilmente nei secoli X-XI, ad opera dei vescovi di Concordia. 

Del complesso religioso, scomparso il monastero, sopravvive oggi solo la chiesa a pianta longitudinale, a tre navate concluse da tre absidi. Risale al 1211, anche se la facciata è settecentesca. 

Di grande pregio gli affreschi del sacello (secolo XI-XII) e quelli dell’abside centrale (secolo XIII), che indicano due momenti artistici della pittura romanica in Friuli. 

Gli affreschi del sacello alto medievale rappresentano la Redenzione, con Adamo ed Eva, il peccato, il castigo, la crocifissione e il giudizio finale

Nell’abside centrale gli affreschi rappresentano: nel semicatino, la “Vergine con Bambino”, entro mandorla sostenuta da quattro angeli, ai lati raffigurazioni simboliche dei quattro evangelisti e agli estremi le figure di due santi. 

Nella fascia mediana “Cristo e i dodici Apostoli”. Nel registro inferiore, la parabola evangelica delle vergini sagge e delle vergini stolte, parzialmente perduta. 

Gli affreschi hanno subito degli importanti lavori di restauro nel periodo 1983-1993

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MADONNA DELLA PESCHERIA

L’Oratorio si trova a Portogruaro sulle rive del Lemene, vicino ai mulini.
La devozione alla Madonna della Pescheria risale alla prima metà del ‘600. 
E’ interessante notare come il permesso di costruire il primo oratorio di legno sia stato concesso dal podestà di Caorle. Era infatti antica consuetudine, diventata diritto, e rimasta in vigore fino a non molti anni fa, che il commercio del pesce a Portogruaro si svolgesse nella pescheria ad opera dei pescatori di Caorle. Come informa una nota affissa sulla porta del piccolo oratorio, lo stesso, che si fa risalire al 1627, fu fregiato e spogliato nel 1917, al tempo dell’invasione austriaca. 
Fu restaurato e abbellito nel 1920 ad opera di Giuseppe Fittolo Bon. Il Cristo di legno giace sotto l’altare, che viene esposto alla venerazione dei fedeli nella giornata di Venerdì Santo, offerto dalla signora Antonietta Gaule Pasqualini. Il 15 agosto, unico giorno dell’anno, viene celebrata la Santa Messa in onore della Madonna. 
Da qualche anno, a cura della Pro Loco, si tiene nella sera di Ferragosto una simpatica manifestazione alla Pescheria. Dopo la recita del Rosario, alcune tipiche imbarcazioni arrivano da Caorle (caorline) e da Concordia (batee), condotte da marinai in costume caratteristico con fiaccole accese, recando in dono frutti della terra e del mare e riallacciando quei rapporti tra Portogruaro e Caorle che sono rimasti vivi per tanti secoli .

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CIMITERO DEGLI EBREI A PORTOGRUARO

Ciò che a noi rimane oggi del Cimitero degli Ebrei di Portogruaro sono due lapidi funerarie, ora conservate al museo della città
Nel 1999 durante il lavoro di sterro a San Gottardo, sono emersi resti di antiche strutture in sassi e mattoni. 
La Sovrintendenza Archeologica ha eseguito i dovuti rilevamenti ed il Gruppo Archeologico del Veneto Orientale ha elaborato una nuova mappatura del cimitero ebraico, ipotizzandone anche l’estensione. 
Quelle lapidi che fino a poco tempo fa erano considerate due curiosità, acquistano ora unanuova consistenza ed una collocazione ben precise, gettando una nuova luce su una realtà a molti sconosciuta. 

Alcuni cenni storici: 
Da un documento del secolo XVII dell’archivio storico di Portogruaro, relativo a un fascicolo processuale, risulta che il 24 febbraio 1620 due fratelli ebrei Samuel e Salomon Romanin figurano fra gli acquirenti di un terreno sito in Borgo san Francesco (ora San Gottardo) da destinarsi a cimitero. 
La Fratellanza degli Ebrei cita in giudizio la Magnifica Comunità a causa delle ripetute molestie e offese nei confronti degli Ebrei, soprattutto in occasione delle sepolture.

Con il mandata del primo settembre1660, il podestà Bartolomeo Balbi ordinò a Giovanni Antonio, affittale della casa collocata nel terreno adibito a cimitero di non ricevere e seppellire alcun cadavere degli Ebrei senza permesso. 
A questo punto gli Ebrei citano in giudizio i rappresentanti della Comunità di Portogruaro chiedendo l’annullamento del mandato, mentre la parte avversa chiede agli Ebrei di legittimare le loro istanze. Il 27 giugno 1661, il Podestà chiese alla Nazione Ebrea di dimostrare a quale titolo possedessero il terreno adibito a cimitero.
Il 7 giugno 1678 è la sentenza definitiva del magistrato della sanità. La Nazione Ebrea vinse quindi la causa penale inoltrata contro la Comunità di Portogruaro, restava da stabilire la proprietà del terreno. Iniziò così il processo civile che si svolse a Udine. 
Non si sa come termina questa causa perché il fascicolo non riporta l’intero processo. 
La trascrizione del documento è stata curata dalla dotto.ssa Nadia Piazza e nel 2001 è stato pubblicato, a cura del Comune di Portogruaro, un opuscolo su tale tema in occasione del “Giorno della Memoria”.